Dal primo gennaio 2022 le famiglie italiane possono inoltrare richiesta per ottenere l’assegno unico universale per i figli a carico. Il beneficio è attribuito a lavoratori dipendenti, autonomi o incapienti e accompagnerà i figli dal settimo mese di gravidanza oltre la maggiore età, fino a 21 anni, purché i ragazzi studino, facciano tirocini con redditi minimi o anche il servizio civile universale.
L’assegno viene corrisposto per ciascun figlio residente in Italia, in base al numero dei figli stessi presenti nel nucleo e alla situazione economica della famiglia attestata dall’ISEE. Gli importi risultano decrescenti al crescere del livello dell’ISEE. La domanda può essere presentata tramite il sito dell’Inps o presso gli sportelli di patronato e Caf. La misura spetta a decorrere dal mese di presentazione della domanda stessa.
E’ possibile scaricare un utile manuale di approfondimento sul sito di NEODEMOS, a cura di Alessandro Rosina.
Il volume è articolato in due sezioni: la prima contenente contributi che approfondiscono caratteristiche, limiti e potenzialità dell’assegno unico e universale per i figli nel quadro delle politiche familiari italiane, la seconda, che raccoglie interventi che descrivono quanto si è fatto e si sta facendo nei paesi europei che hanno adottato misure analoghe. Una panoramica molto interessante sulla costruzione di politiche di sistema per la tutela e lo sviluppo della famiglia.
Di sicuro l’assegno unico rappresenta un primo passo per strutturare un sistema di welfare più organico, ma riteniamo che non sia ancora abbastanza perchè le famiglie possano sentirsi davvero supportate e tutelate nella crescita dei loro figli. Un nuovo welfare familiare non può non passare dal coinvolgimento del Terzo Settore, dalla programmazione partecipata pubblico/privato degli interventi, dall’ascolto delle famiglie. Ciascuno farà la sua parte e il sistema sarà a quel punto forte e completo e le famiglie potranno sentire davvero di essere supportate nella crescita dei loro figli.
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